Maculatura bruna del Pero (Stemphylium vesicarium) [Stemphylium vesicarium]

SINTOMATOLOGIA

La malattia, comparsa a metà degli anni ’70 nelle tradizionali aree di coltivazione del pero dell’Italia settentrionale, nonché di alcune aree francesi è ancora temibile stante la gravità dei danni che può arrecare. Particolarmente suscettibili sono, in ordine decrescente, le cv. Abate Fétel, Conference, Passa Crassana, Decana del Comizio, Kaiser. Sono colpiti dalla malattia tutti gli organi verdi della pianta, in particolare i frutti, sui quali determina lo sviluppo di aree marcescenti più o meno ampie, di colore bruno-scuro, spesso contornata da alone rossastro. Tali tacche sono solitamente localizzate nella zona calicina e nella parte del frutto rivolta verso l’esterno.L’infezione si estende nella polpa anche in profondità, invadendo poi gran parte della stessa che va incontro ad un processo di marcescenza. I primi sintomi sui frutti compaiono solitamente nel mese di maggio, su quelli appena formati, e continuano a manifestarsi fino alla raccolta, quando la malattia può interessare gran parte o la quasi totalità della produzione. Sulle foglie la malattia può comparire fin dal mese di aprile con macchie necrotiche di forma inizialmente circolare che si allargano progressivamente fino a coinvolgere tutto il lembo fogliare. Nei casi gravi, in prossimità della raccolta dei frutti, si può assistere al disseccamento pressoché totale delle foglie e ad una forte defogliazione. Tacche necrotiche rotondeggianti, simili a quelle fogliari, possono comparire sul picciolo delle foglie e sui rametti allo stato erbaceo.

BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA

Il patogeno si conserva, da un anno all’altro, oltre che nella forma agamica, anche in quella sessuata di Pleospora allii, sia sulle foglie che sui frutti infetti caduti a terra. In primavera questi germi riprendono la loro attività vegetativa e patogenetica, molto influenzata dall’umidità e dalla temperatura ambientale, i cui valori ottimali sono compresi tra 22 e 26 °C. Il microrganismo fungino durante la sua attività vegetativa elabora tossine di tipo ospite-specifico che causano la necrosi degli stomi e delle lenticelle delle cultivar suscettibili. Nelle aree necrotizzate da queste sostanze fitotossiche prende poi avvio il vero e proprio processo di marcescenza operato, oltre che dallo stesso S. vesicarium, anche da diversi miceti opportunisti, primo fra tutti Alternaria alternata ed Ulocladium botrytis. La malattia colpisce con elevata frequenza i frutteti ubicati in zone umide, su terreni limosi o argillosi, tendenzialmente asfittici, le piante deboli, clorotiche, prevalentemente innestate su cotogno e con sesti d’impianto troppo fitti. Inoltre, la mancanza di lavorazioni del terreno e le irrigazioni sovrachioma favoriscono l’insorgenza della malattia in quanto oltre a facilitare la sopravvivenza del fungo rendono le piante più vulnerabili in quanto interessate da stati di sofferenza vegetativa. Anche il programma degli interventi fungicidi contro la ticchiolatura incide sullo sviluppo della malattia. Si ritiene che la riduzione di trattamenti con prodotti ditiocarbammati e ftalimidici e, nel contempo, l’inserimento nei programmi di difesa fungicida del pero di prodotti dodina, ditianon e benzimidazolici, privi di attività nei confronti del patogeno, possa favorire lo sviluppo della malattia.

DIFESA

Per ridurre il grado di suscettibilità delle piante è opportuno moderare gli apporti azotati, ricorrere alla lavorazione del terreno ed evitare le irrigazioni sovrachioma,Negli impianti colpiti occorre adottare un programma di interventi, con cadenza settimanale o quindicinale, secondo la gravità e i rischi d’infezione, partendo dalla fioritura o dalla formazione dei frutti fino in prossimità della raccolta. Per tali interventi possono essere utilizzati:

- BELLIS (g 55/hl, max 3 trattamenti, intervallo di sicurezza 7 gg);

-CABRIO EC (l 0,4/ha, max 3 trattamenti, intervallo di sicurezza 21 gg);

- CANTUS (g 27/hl, max 3 trattamenti, intervallo di sicurezza 7 gg);

-MACCANI (g 167/hl, max 4 trattamenti se si eseguono 12 o più interventi antiticchiolatura, intervallo di sicurezza 35 gg);

- POLYRAM DF (g 150-200/hl, intervallo di sicurezza 28 gg);

-STROBY WG (g 14/hl, intervallo di sicurezza 14 gg).

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