Carlo Alberto Roncarati

Agronomo, imprenditore, frutticultore

Sono fiero che la frutticoltura industriale sia nata proprio qui. Grazie all’ingegno di alcuni imprenditori agricoli illuminati che, già negli anni ’20–’30 hanno compreso la potenzialità della frutta e la vocazione della zona. Noi, come famiglia, abbiamo sempre puntato sulla pera Abate, anche se all’inizio è stato difficile. Il nostro primo impianto è stato rimosso dopo circa 3 anni, perché non produceva. Erano gli anni ’90. Ma non ci siamo arresi: abbiamo rinnovato totalmente l’azienda. In quattro anni abbiamo tolto e ripiantato tutto. Abbiamo introdotto portainnesti nuovi e forme di coltura all’avanguardia, puntando ai risultati.

Da allora, effettivamente, abbiamo avuto 20 anni di grande produttività. Attualmente riusciamo a raccogliere circa 300 quintali di pere Abate per ettaro. Stare al di sotto di questa soglia, diventerebbe un problema, in termini di estrazione di valore. Va, infatti, ricordato come il pereto richieda investimenti costanti. I costi maggiori riguardano sicuramente l’acquisto delle piante, che devono essere di eccellente qualità. Insomma, per continuare a fare questo lavoro, oggi, occorre avere molta forza di volontà, oltre alla passione.

E’ un’attività ad alta specializzazione, sempre più difficile, sotto diversi aspetti. Dalla burocrazia, all’uso dei prodotti fitosanitari secondo certe regole, dettate da principi salutistici non sempre condivisibili. Poi bisogna saper gestire la nutrizione in modo adeguato. E se si decide, come abbiamo fatto noi, di produrre in difesa integrata, bisogna effettuare periodicamente l’analisi del terreno e delle foglie. In poche parole, l’improvvisazione, una volta ammessa, ora non è più possibile. Oggi il prodotto deve essere eccellente. Perché è rivolto ad un consumatore consapevole ed esigente, che premia la qualità.

calberto.roncaratii@gmail.com

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