Le piante colpite dalla virosi presentano una taglia ridotta per gli internodi raccorciati, non riescono a raggiungere la spigatura oppure la spiga è piccola, deforme e sterile. Le foglie assumono una colorazione giallo dorata o arancione.
La virosi colpisce non solo l’orzo, bensì frumento, avena, segale, mais, riso e perfino le graminacee foraggere. Il virus responsabile è un Luteovirus, persistente e circolativo, del quale sono stati isolati in Italia 5 ceppi con caratteristiche biologiche differenti (RPV, RMV, MAV SGV e PAV). I primi 4 sono trasmessi in modo specifico da Rhopalosiphum padi, Rhopalosiphum maidis, Sitobion avenae,Sitobion fragariae, mentre PAV è trasmesso in maniera aspecifica con Rh. padi e S. avenae che costituiscono i vettori più efficaci. In Inghilterra è stato isolato un ulteriore ceppo (MDV), trasmesso da Metopoplophium dirhodum.
Le piante avventizie di cereali (nate nelle stoppie) e quelle foraggere infette costituiscono temibili fonti infettive. Il virus, acquisito sulle piante infette, si moltiplica all’interno del corpo del vettore e viene poi trasmesso per un tempo più o meno prolungato in relazione a quello di suzione sulle piante infette e alla concentrazione del virus nel corpo dell’afide.
Si basa principalmente su provvedimenti agronomici consistenti nella soppressione delle piante avventizie di cereali e nell’evitare semine precoci in quanto queste sono precocemente colonizzate da afidi infettivi e costituirebbero fonti infettive.
Nelle coltivazioni a rischio infettivo è opportuno ricorrere ad un trattamento aficida con piante nello stadio di 1-3 foglie, soprattutto in presenza di un andamento stagionale mite che favorisce lo sviluppo delle colonie degli afidi.