Moniliosi del Cotogno [Monilinia linhartiana]


SINTOMATOLOGIA
Questa malattia colpisce il cotogno con frequenza, costituendo pertanto la malattia più comune di questa pomacea. Colpisce le foglie, i germogli, i fiori e i frutti.
Sulle foglie determina la comparsa di una macchia di marciume che compare alla base del lembo e, procedendo lungo la nervatura, mediana, si estende al resto del lembo fogliare. Le foglie colpite emanano un caratteristico odore di mandorla amara, si afflosciano ed infine disseccano.
Nei fiori il patogeno penetra attraverso lo stigma e determina l’imbrunimento e la morte dell’ovario per cui il fiore finisce per andare incontro ad un processo di marcescenza oppure origina un frutto interessato da una forma di marciume nella zona delle logge seminali (marciume del cuore). Nei frutti già maturi le infezioni avvengono attraverso ferite causate da agenti meteorologici (grandine) o di attacchi di insetti (carpocapsa, tignola orientale). I frutti colpiti, se non raccolti, subiscono un processo di mummificazione e le mummie rimaste sulle piante costituiscono una fonte d’inoculo per la successiva stagione vegetativa.
BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA
La forma perfetta (ascofora) Monilinia linhartiana è in rapporto metagenetico con Monilia linhartiana.
Il fungo passa l’inverno sulle mummie rimaste sulla pianta e in primavera su questi si differenziano e giungono a maturità le fruttificazioni ascofore con aschi cilindrici di circa 170 × 10 µ, ciascuno dei quali contiene 8 ascospore. Sono queste ultime che, liberate dagli aschi, provvedono alla diffusione delle infezioni. Sulle foglie colpite, in corrispondenza di periodi umidi, compare una muffa grigiastra costituita dalla vegetazione miceliale portante elementi di riproduzione agamica rappresentati da conidi limoniformi uniti a catenella tramite un corto peduncolo.
La malattia è favorita da un andamento stagionale umido e piovoso durante le prime fasi vegetative.
DIFESA
Per ridurre le fonti di inoculo è opportuno asportare le mummie al momento della potatura.
Per prevenire lo sviluppo della malattia si può inoltre intervenire prima della fioritura, ed eventualmente anche dopo se la stagione decorre umida ricorrendo a trattamenti con l’impiego di sali rameici, tiram, captano.