Marciume invernale [Typhula incarnata]

SINTOMATOLOGIA

La malattia colpisce le radici, il colletto e le foglie basali delle giovani piante. Si manifesta nel periodo invernale o, meglio, dopo l’inverno, soprattutto dopo lo scioglimento del manto nevoso, con chiazze ingiallite e marciume delle piante, sui cui tessuti si differenziano corpiccioli simili ad un seme di trifoglio di colore bruno-rossastro.

BIOLOGIA ED EPIDEMIOLOGIA

Il fungo attacca non solo l’orzo, ma anche graminacee foraggere (per es. Poa). Sopravvive in estate nel terreno con sclerozi tuberiformi, inizialmente chiari quindi bruno-rossastri, delle dimensioni di 0,5-2,5 mm, con superficie irregolarmente retiforme.

In presenza di forte bagnature del terreno e di temperature ottimali di 10-18 °C germinano per originare un micelio in grado di infettare le giovani piante e causare la marcescenza dei tessuti, ricoprendoli di una vegetazione miceliale biancastra, con ife fornite delle caratteristiche unioni a fibbia, nell’ambito della quale si formano gli sclerozi.

Non comune è la comparsa dei carpofori del fungo, che si sviluppano dagli sclerozi. Essi hanno uno sviluppo in altezza un centimetro o poco più, un aspetto claviforme allungato, eretto, con marcata colorazione rosa, con tratto imeniale distinto dallo stipite (gambo) che è sterile. L’imenio fertile produce basidiospore ovali delle dimensioni di 8-10 x 3,7-4,8 µm.

La fitta densità di semina, il ristoppio, l’eccessivo apporto di azoto e i ristagni di umidità del terreno costituiscono fattori favorevoli allo sviluppo della malattia

DIFESA

Il contenimento della malattia si basa essenzialmente su provvedimenti di carattere agronomico consistenti nella rotazione della coltura, nell’accurata sistemazione superficiale del terreno per favorire l’allontanamento dell’acqua in eccesso, nell’adozione di giusta densità di semina e nel corretto apporto dei fertilizzanti azotati.

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