Brusone [Pyricularia grisea]

La Piricularia, Pyricularia grisea (oryzae), o Brusone o Blast è considerata, a livello mondiale, la più importante malattia del riso. La sua presenza è stata segnalata in 85 Paesi ed è causa di perdite produttive che possono arrivare sino al 50%. Condizioni ambientali, genetica varietale, terreno e la gestione (tecnica) colturale influenzano significativamente lo sviluppo della malattia per intensità e diffusione (virulenza).

Il fungo attacca tutte le parti della pianta dalle radici al seme, ma raramente attacca le guaine fogliari. In funzione dell’organo attaccato si parlerà di Piricularia (Brusone) fogliare, della pannocchia, del nodo, ecc. Si parla di mal del collo o neck-blast quando l’infezione colpisce l’ultimo nodo, quello paniculare, e internodo. Perdite e costi addizionali per il controllo della malattia sono maggiori dove i risicoltori praticano la coltivazione del riso in modo intensivo con elevati impieghi di mezzi produttivi. Agricolture tradizionali, caratterizzate da bassi apporti azotati al terreno, limitano lo sviluppo della malattia.

Responsabile della Piricularia del riso è un fungo ascomicete: Magnaphorte grisea (anamorph: Pyricularia oryzae anche se il nome più corretto è Pyricularia grisea). Il fungo sverna come micelio su paglie, semi, suolo e piante ospiti. Le infezioni conidiche avvengono tramite un appressorio che perfora la cuticola; il micelio che si sviluppa successivamente interrompe il flusso della linfa. Il micelio a temperature di 18-32°C è vitale per oltre 3 anni. Il seme infetto non sembra avere un ruolo importante nella comparsa della malattia, nei nostri ambienti i conidi rimangono vitali dopo un anno a 8°C e 20% di UR (Umidità Relativa).

Piricularia fogliare

Le caratteristiche delle lesioni sulle lamine fogliari variano con l’ambiente, la resistenza dell’ospite e la sua età. All’inizio della loro comparsa le lesioni sono spesso da bianco a grigio-verde con bordature verde-scuro, mentre le lesioni più vecchie sono generalmente grigiobiancastre con bordi necrotici. Le lesioni sulle lamine fogliari di piante allo stadio riproduttivo sono generalmente più larghe (2 cm di lunghezza) delle lesioni su piante più giovani (meno di 1 cm di lunghezza). La loro forma può variare ma tipicamente sono a forma romboidale con una parte centrale grigio-biancastra delimitata da un bordo, marrone, marrone-rossastro. Punti necrotici sono comuni su cultivar con i geni per la resistenza, ma questi punti possono essere trovati anche mescolati con più larghe lesioni in cultivar più suscettibili. Quando la foglia viene attaccata nel punto in cui essa si stacca dal culmo si ha la sua perdita che risulta molto grave quando trattasi della foglia paniculare o della penultima foglia. Le lesioni fogliari oltre ad essere fonti di inoculo per successive infezioni, più gravi, della spiga e del “collo” possono evolvere rapidamente distruggendo la coltura su zone più o meno estese.

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